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”Il caos prossimo venturo”

Adesso che abbiamo un partito, un Grande Democratico Partito il GDP insomma di che cosa dobbiamo parlare? Di Walter che rincorre Franco a chi butta fuori più rumeni? Non ha senso. Di quello che dice Bersani, che limitato nelle sue liberalizzazioni sacrosante da Veltroni capo dei tassisti capitolini si applica con gran diligenza ai problemi dell’energia? Finalmente un tema serio in mezzo a tante fanfaluche ma forse un pelino troppo tecnico per essere trattato con scioltezza. Allora la banca del GDP, perché adesso una banca c’e l’ha, la terza banca d’Italia. Qui c’e’ poco da dire, questa volta l’hanno fatto con stile, non si sono telefonati prima, facendosi complimenti reciproci. Se lo avessero fatto, l’artiglieria da campagna del Cavaliere c’è l’avrebbero detto. Questa volta l’hanno fatto e basta. Bene, cosa fatta capo ha. Del Partito del Popolo e della Libertà? Troppi genitivi, del, del, del … vade retro cavaliere.
Di che cosa occuparci allora? Liberato il campo dalle pinzillacchere i tempi sono forse maturi per tornare ad affondare e cimentare i nostri cervelli, ormai un può arrugginiti per scarso uso, incuria del tempo, idiozia ambientale diffusa, quotidiana esposizione ai Mezzi di Distrazione di Massa su di un terreno classico ma non così frequentatissimo: il capitalismo. Terreno ovviamente nel senso di grund, ne’ foresta pietrificata ne’ campo sportivo.
Ci aiutano molte pubblicazioni, per lo più in lingua inglese, poco tradotte ed ancor meno conosciute. Nello stivale sono filtrate solo le opere tandem Negri-Hardt, che se non altro ci hanno fatto capire che il dibattito sul tema è tutt’altro che morto, soprattutto la’ dove meno te lo aspetti ovvero negli Stati Uniti, sì proprio quelli dell’amico George.

L’autore è Prem Shankar Jha, nato il 22 Dicembre del 1938, non giovanissimo e ciò me lo rende simpatico in questi tempi di rottamazione precoce, laureato ad Oxford, prima funzionario dell’ ONU, poi per molti anni commentatore economico dei principali quotidiani indiani, Hindustan Time, Times of India e, per un breve periodo, corrispondente dell’inglese Economist dal 1986 al 1990, periodo d’oro di questo allora prezioso, oggi un po’ meno, settimanale. Nel 1990 collaboratore del primo ministro Indiano V.P. Shing, docente dal 1997 al 2000 all’università della Virginia. I sui commenti quasi settimanali, che trattano principalmente l’attualità politica del subcontiente indiano, sono leggibili su www.outlookindia.com [1]

Il titolo in italiano è “Il caos prossimo venturo” un titolo inquietante messo forse dall’editore per attirare un pubblico reso ormai quasi insensibile dal tono alto e sguaiato della quotidiana caciara dei media; più sobrio e certamente più fedele al contenuto la titolazione inglese “ The twillings of the nation state” ovvero il crepuscolo dello stato nazione.

Mole massiccia arriviamo alle 675 pagine, ma scrittura scorrevole, in stile giornalistico dove schemi teorici godono del puntiglioso riscontro dei fatti, secondo la miglior tradizione del giornalismo Ecomist-style. Un po’ ripetitivo, forse poteva essere asciugato di qualche centinaio di pagine, ma quando sia hanno qualche migliaio di dei che sono tutte facce dello stesso Dio, una certa ridondanza entra a far parte del DNA, e poi repetita iuvant, mi diceva la mia maestra, signora Aliverti, che Dio l’abbia in gloria.

Jhao è critico nei confronti delle capacità miracolistiche della moderna trimurti: capitalismo, mercato, tecnologia ”Questo libro presenta una visione del futuro diversa e meno ottimistica. Posta in termini molto semplici è la seguente: la tecnologia in particolare la rivoluzione informatica ha senz’altro il potere di trasformare in meglio il mondo e, come illustrato assai bene da Jeffrey Sachs di mettere fine alla povertà nel corso delle nostre esistenze. Questo però non avverrà, sotto l’impulso delle sole forze di mercato, ma solo se ci sarà un deliberato intervento umano volto a rallentare il ritmo dei cambiamenti economici, nella misura necessaria a dare alle istituzioni sociali, politiche, e internazionali, da cui la civiltà dipende”.

Nelle conclusioni quindi richiama una vecchia tesi fabiana di rallentamento dello sviluppo delle forze produttive, stupendamente illustrata nei suoi aspetti paradossali ed umoristici di rovesciamento del mito del progresso da Roy Lewis nel suo “La vera storia dell’ultimo re socialista” Adelphi 1993.

I pregi del libro, sono quindi due gli schemi teorici ed i fatti a supporto. Do una rassegna sommaria di alcuni per farvi venire appetito.
L’antica contraddizione, la madre di tutte le contraddizioni, quella fra forze produttive e rapporti di produzione è dispiegata in tutta la sua vastità con un modello temporale che individua tre conflagrazioni. Spiegata nella forma braudelina della dialettica tra contenuto, capitalismo e contenitore, l’autore vede l’attualità come l’ultima conflagrazione fra forze produttive e rapporti di produzione. ” Dai tempi della sua nascita, nelle città stato dell’Italia settentrionale del secolo XIII lo ha già fatto tre volte. Nel primo ciclo Venezia, Firenze e Milano assistettero alla nascita del capitalismo industriale e Genova di quello finanziario. Ma la scala di produzione capitalistica era di dimensioni sufficientemente ridotte da poter rientrare nel contenitore città-stato. La città stato seguitò ad essere il contenitore anche durante il suo secondo ciclo di espansione quando i Paesi Bassi e più precisamente Amsterdam ne divenne il fulcro. Ma quando il capitalismo compì il balzo successivo, divenne troppo grande per rimanere contenuto in una città-stato… ebbe bisogno di plasmare … un intero stato nazione per farne il suo contenitore. Quel “ contenitore” si rilevò essere l’Inghilterra.

Con questo schema teorico, per altro non esclusivo di Prem Shankar Jhao, l’autore ci accompagna dalla fase genovese basata sulla città stato, durata a seconda degli indicatori prescelti 170-200 anni, a quella olandese 120-180 anni, quella britannica 110-130 quella americana 77-100 anni. Al tentativo di costruzione dell’impero americano ed al tramonto della sua egemonia dedica la seconda parte del libro con una ricostruzione puntuale ed un inquadramento storico robusto delle guerre Iraquene, la guerra contro la Serbia, della successiva fase del terrorismo che prosegue con l’invasione dell’Afghanistan. Tra i tanti fatti e interpretazioni interessanti citati nel testo e nelle note, ne ricordo solo alcune, sempre come aperitivi.

Ad esempio perché Saddam invase il Kuwait? ”…Saddam non fu solo aiutato dagli Stati Uniti e dal Regno Unito contro l’Iran, ma molto probabilmente fu incoraggiato a dichiararla dagli stessi Stati Uniti, in un accordo segreto siglato due mesi prima del conflitto; Saddam avvertì gli Stati Unit, almeno una settimana prima, che se il Kuwait non avesse offerto risarcimenti per la sottrazione di pozzi di petroliferi in prossimità del confine Iraq-Kuwait e non avesse contribuito a sostenere parte dei costi della guerra contro l’Iran (che per ammissione degli stessi Stati Uniti e Kuwait aveva contribuito a fermare l’espansionismo sciita dopo la rivoluzione iraniana) in tal caso non gli sarebbe rimasta altra scelta che invadere il Kuwait ed annetterlo.” ( Trascrizione ufficiale dell’ultimo colloquio di Saddam Hussein con l’ambasciatore degli Stati Uniti April Glaspie del 25 Luglio 1990, pubblicato sul New York Times, domenica 23 Settembre 1990).

Perché Bush è stato rieletto? ”Vi è un misto di paura e rabbia nella ricerca di capri espiatori, sia all’interno degli Stati Uniti che all’estero…. Ciò si evince con chiarezza nel risorgere dell’estrema destra nel contesto politico francese, tedesco ed italiano. Ma solo negli Stati Uniti questo sentimento si è espresso in una forza politica in grado di conquistare il potere….. Nonostante il numero senza precedenti di nuovi votanti e una affluenza record alle urne, fattori che avrebbero dovuto premiare i democratici, Bush vinse con una maggioranza di 3,61 milioni di voti ed un netto 51%. Si tratto del margine più ampio registrato nella storia recente. Bush vinse nonostante avesse operato molto peggio di tutti i presidenti del dopoguerra e forse dell’intero XX secolo, perché due fattori avevano avuto un peso decisivo sui risultati: il rinascente fondamentalismo cristiano e la paura. Il 22% degli elettori considerava i valori morali, aborto matrimoni gay e simili, l’argomento più importante. Un altro 19% ammise che il terrorismo era la preoccupazione principale. L’82% di questi due gruppi votò Bush. Il presidente vinse non perché Kerry non riuscì a portare gli elettori democratici alle urne, vinse nonostante Kerry ci fosse riuscito. Vinse perché un numero ancora maggiore di nuovi elettori andò alle urne per votarlo. Facevano parte della destra evangelica cristiana.. Votarono per Bush …per vietare l’aborto, impedire i matrimoni gay, permettere che nel sistema scolastico statale si insegnasse la dottrina cristiana… non si preoccupavano che il loro presidente avesse mentito… che il principio dell’habeas corpus fosse quasi del tutto disatteso…che gli ordini esecutivi presidenziali dessero interpretazioni della legge, al fine di permettere le torture….Si trattava di persone che… aspiravano a soluzioni semplici per problemi complessi. Il 2 Novembre incrinarono le fondamenta liberali su cui la democrazia american era stata costruita a partire dal New Deal.

Come nasce il moderno terrorismo? Secondo Jha il tentativo di instaurare l’impero ed il terrorismo globale hanno un terreno di coltura comune ”…. razza religione e messianismo ..dato per scontato che il terrorismo, soprattutto il massacro di civili è ripugnante, perché il numero di terroristi si moltiplica e perché proprio adesso? ….Il terrorismo globale affonda le sue radici nella difesa del nazionalismo e dello stato-nazione ….è pertanto un’altra forma di reazione, per quanto snaturata e in fin dei conti impotente, all’assalto dalla globalizzazione allo stato-azione…. La domanda ancora senza risposta e per quale motivo questi intellettuali dissidenti si allontanarono dalle forme di dissenso laico virando verso il fondamentalismo. Perché non seguirono l’esempio della generazione precedenti di studiosi e intellettuali arabi diventati nasseriani o socialisti o entrambi? La risposta più probabile è la loro percezione, per quanto intuitiva e sfuocata, che queste ideologie non avessero più nulla da offrire” Il terrorismo si sviluppa in trifasi “ La prima fase: l’obiettivo iniziale della maggior parte dei nuovi guerrieri islamici non era quello di attaccare gli USA ma di far cadere i propri governi pesantemente compromessi.. Dopo la fine della guerra afghana tornarono a casa trasformati in fanatici sostenitori di una nuova causa.. .la rinascita islamica internazionale. “ La seconda fase “A metà degli anni ’90 gli afgani erano diventati un esercito dell’Islam, mobile ed internazionalizzato…L’attenzione si concetrò sugli Stati Uniti in modo lento e graduale” La terza fase “Dopo l’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq, è emersa una nuova figura di terrorista, l’attentatore suicida….Gli attentati di Londra chiarirono che il terrorismo si stava trasformando in un attacco contro la stessa società civile.. Esiste una morale profonda negli attentati londinesi. Un mondo globalizzato, in cui le culture sono sempre più mescolate, non può coesistere con l’amoralità dello stato nazione del XIX e XX secolo. Il mondo globalizzato esige che le nazioni ospiti estendano i principi di legalità ai paesi di origine delle popolazioni immigrate. ….Senza un sistema globale di stati alternativo non ancora all’orizzonte, l’interventismo ed il terrorismo si nutriranno l’uno dell’altro accelerando la caduta verso il caos.
Per altre informazioni utili sul terrorismo e le sue interpretazioni un utile fonte è “Pattern of global terrorism” a cura del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti,

Al di là dell’accordo o meno sulle conclusioni, un utile lettura per individuare quei circoli viziosi che spingono verso l’oscurità, ed aiutare la nostra mente ad aprirsi alla luce di Dhivali.

(Diwali è la maggior e la più suggestiva festività Indiana, festeggiata da Hindu, Sikh e Jaina. E’celebrata anche dai buddisti in Tibet. Diwali, in sanscrito significa fila di luci. Ha molti significati leggendari che variano a seconda dei luoghi del continente e del gruppo religioso. Il significato metafisico, è la vittoria della luce sull’oscurità. In termini più propri è la coscienza della luce interiore presente in ogni essere, il riflesso dell’Atman, il principo immanente e trascendente che tutti gli organismi anima ed accomuna. Si festeggia per 4 o 6 giorni con dolci, menu speciali, consumati in infinite riunioni famigliari. Nella notte di Diwali si accendono candele attorno a tutte le abitazioni e si sparano fuochi di artificio dal tramonto all’alba. La festa è lunare e cade nel calendario gregoriano nel mese di Ottobre o Novembre. Quest’anno è stata celebrata il 9 Novembre, nel 2008 verrà celebrata il 28 Ottobre.)

Prem Shankar Jha
Il caos prossimo venturo
Neri Pozza

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1 Comment To "”Il caos prossimo venturo”"

#1 Comment By FILIPPO MATTEUCCI On 6 Gennaio 2010 @ 23:17

MASTER and servant
Piccola Allegoria della nuova tirannide

Democrazia elettiva
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e con i mezzi stabiliti dalle famiglie dei padroni.
Il padrone dice al servo: “ma ti faccio votare, non ti senti sovrano”?
I padroni di bassa qualità, per restare al potere, usano sgherri e lacchè per tartassare i servi, e utilizzano parte dei soldi estorti ai servi per pagare sgherri e lacchè, ovvero per comprarsi voti. Il resto lo intascano loro.
Questo permette loro di socializzare i costi del consenso, cioè di far pagare alla maggioranza di oppositori o di disinteressati il costo sia delle rendite distribuite ai clientes sia dei copiosi sussidi che le famiglie al potere ritagliano per se stesse, camuffandoli sotto le più varie forme e con le più varie modalità. Ovviamente, a tal fine, più disinteressati e distratti ci sono fra il popolo, meglio è.
(“… se metà dei servi si rivoltano, abbiamo abbastanza denaro per assoldare l’altra metà dei servi, e mandarla a sparare addosso ai rivoltosi…”
oggi non è più necessario sparare ai servi, c’è il lavaggio del cervello, basta mandarli in discoteca o far loro vedere i reality, non si rivolteranno più…)

Uguaglianza
Il padrone vuole tutti i servi uguali davanti a lui.
Non vuole capaci ed efficienti competitor, vuole servi balordi, cannati, da discoteca, da stadio, o, nella migliore delle ipotesi, da offerte dei centri commerciali.

Accoglienza
Il padrone sostituisce i servi italiani pretenziosi, organizzati, sindacalizzati, relativamente acculturati, con nuovi servi africani, asiatici, sudamericani, disperati disposti a tutto, a lavorare 18 ore al giorno in uno scantinato, a vivere in venti in una bicocca.
La nuova forza lavoro per la grande industria assistita succhiasoldipubblici, la nuova manovalanza per la criminalità organizzata, nuovi corpi a disposizione per chi va a p.ttane o a viados.

Solidarietà
Sussidi di stato per chi gestisce l’immigrazione dei nuovi servi. Soldi pubblici per chi ci mangia sopra. Elemosine gestite clientelarmente. Soldi di noi contribuenti coi quali i padroni comprano voti e consenso.

Garantismo
Il dominante di infima qualità, quello che si impone con la violenza, con la menzogna, col crimine, col furto, con l’inganno, col tradimento, mantiene i governati nelle peggiori condizioni possibili, perché sa che peggiore è la qualità di vita dei governati, tanto meglio è per lui. La sua greppia e il suo scranno sono più sicuri.
Colpisce i dominati onesti e lavoratori, e favorisce i delinquenti, i puzzoni, gli insolventi, i truffatori. Le organizzazioni criminali, braccio armato dei padroni nei traffici illeciti, non devono essere disturbate.
Favor rei e favor debitoris.
E’ garantista chi sulla delinquenza ci mangia sopra.

Mezzi di distrazione di massa , mezzi di asservimento di massa (balla servo, balla)
Il padrone guarda il buon servo, tatuato e con piercing, ballare nella discoteca che ha fatto costruire per lui e per gli altri suoi servi , e pensa:
“BALLA SERVO, BALLA.
Da quello scemo che sei.
Picchiati con qualche altro servo, da quel cafone bullo che sei, ma ovviamente a me non mi tocchi neanche con un dito, neppure sai chi sono.
Vieni nella mia discoteca a cercare sesso o affetto, l’anima gemella o una delle mie puttane pagandola.
E impasticcati, riempiti della droga e dell’alcool che ti vendo, sfasciati nell’automobilina elettronica che ho fabbricato per te.
Cos’altro ti meriti, fesso come sei.
E vivi e lavora per me , pagami tasse e contributi , lascia che ti inflaziono i tuoi risparmi , usa questa moneta di carta straccia da me imposta , pagami il 20% d’IVA su ogni cosa che compri , vieni a leccarmi il sedere se vuoi un posto di lavoro…
Ma… a tutto questo non devi pensare, né ora né mai, devi rimuoverlo dalla mente, da quella tua mente tanto stupida e indifesa che io controllo così bene. Non pensare, testa vuota, BALLA.
Ti do panem et circensem.
Droga, discoteca, calcio, musica, TV spazzatura, notti bianche, concerti in piazza, rave: ho creato tutto questo per te,
proprio per TE,
SERVO.
Figlio di fessi e fesso tu stesso, fesso e servo ti faccio rimanere.
A te e alla tua famiglia di servi fessi.
Servi per l’eternità”

Emancipazione
Il buon servo deve ballare, ascoltare musica, innamorarsi, fare sesso.
I padroni fanno i soldi, i servi fanno i figli.
La moglie, la figlia, la sorella del servo devono essere a disposizione del padrone.
La famiglia del servo deve essere disunita, disorganizzata, lacerata da liti interne, marito contro moglie, figli contro genitori, fratelli l’uno contro l’altro.
La famiglia del servo deve essere debole, non competitiva, non pericolosa, disarmata, imbelle.
Dividi et impera.

Trasgressione
Il servo che trasgredisce obbedisce al padrone. E’ funzionale al regime. E’ per lui lecito fare del male a se stesso e agli altri servi. Nessun giudice nominato dai padroni lo punirà.
Il padrone vuole che il servo balordo trasgredisca le regole del vivere civile tra servi. Così i servi vivono soffocati nella m.rda, e non pensano a rivoltarsi, a uccidere le famiglie dei padroni.
Pub, discoteche, piercing, tatuaggi, ultras, droga, alcool: facciamo scannare i servi tra di loro, noi padroni vivremo più tranquilli.
Dividi et impera, semper.

Filippo Matteucci

P.S. – spunto di riflessione per qualsiasi buon servo : sai quali famiglie padrone controllano il tuo comune, la tua provincia, la tua regione, la tua vuota esistenza, la tua vuota testa …?
Nessuna associazione politica, nessun movimento, nessun partito, nessuna cooperativa, nessun sindacato, è veramente democratico se non prevede la possibilità per qualsiasi associato di ricoprire cariche a semplice sua richiesta, magari tramite un cursus honorum (cioè partendo da incarichi minori e poi salendo a quelli di maggior potere), se non prevede che chi ha già ricoperto cariche non può ricoprirle nuovamente (magari per 10 o 20 anni), ma deve dare la possibilità anche agli altri di svolgere quelle funzioni.
Le elezioni sono solo una truffa ai danni di chi non ha potere, servono a far eleggere chi vuole il potente, il dominante, il padrone.
Le elezioni non sono mai libere, sono l’esatto contrario della libertà e della democrazia.

ps2: i libertarian anonimi sono inutili per il semplice motivo che in guerra sulle lapidi è necessario incidere nomi.