La ”follia” delle donne

di Carla Mazzioli Cocchi (psicoterapeuta)

Dice l’autrice a proposito delle protagoniste di questi nove racconti: ”Le mie donne sono tutte un po’ malate. Non sono pienamente padrone di sé, né vittime. Esplorano tutte le variazioni possibili dei ruoli, nella coppia e nella vita. L’esistenza non sembra aver loro assegnato un posto definito, che devono invece cercare pian piano dentro e fuori di sé”.

È con le sue stesse parole che desidero iniziare questa breve introduzione, perché esse descrivono esattamente le protagoniste di questi affascinanti e inquietanti racconti. E proprio così ci si sente leggendoli: affascinati e inquieti. Una fascinazione che non consente al lettore di staccarsene fino all’ultima riga. Un’inquietudine che deriva dalla natura stessa dei personaggi e dei fatti che vengono descritti  e narrati: una riflessione, spesso amara, sulla difficile condizione della donna oggi, proiettata, in un tempo brevissimo, in un contesto di relazioni che la costringono a un ruolo di combattente in prima linea nella battaglia per l’emancipazione e la trasformazione di sé e, di conseguenza, del mondo. Ma è proprio dal mondo e nel mondo che queste donne traggono quella che l’autrice chiama la loro “malattia”.
Come non vedere la distanza che i genitori di Anna erigono fra loro, “coppia tranquilla”, stretta in un legame forse simbiotico, e la figlia, di natura sensibilissima, tanto da renderla “donna invisibile”? E chi avrebbe potuto salvare l’equilibrio della propria psiche se al pari di “Marina” fosse cresciuta con una madre “sbrigativa e scontrosa, imprevedibile come il tempo. Una creatura insondabile”?
La descrizione delle protagoniste di queste storie è assolutamente mirabile. Non credo si possano avere dubbi riguardo alla loro parentela con certe “fotografie” che Dostojevskij ci regala dell’anima dei suoi indimenticabili personaggi. Così come impossibile sarà per il lettore, ad esempio, dimenticare l’incontro di Lea con Fatima, creatura che porta in sé la tragedia di tante donne che solo ora cominciano a sentire la necessità di contrastare una violenza tanto consolidata, da apparire naturale.
Ogni giorno, nella mia pratica professionale, ascolto le appassionate parole, spesso rotte dal pianto, di donne come Anna, Marina, Fatima, Bora…che nel racconto sciolgono i nodi di un’esistenza inceppata. Leggendo questa prosa, densa di suoni poetici, attraverso le intuizioni dell’autrice, simili a quelle di un’addetta ai lavori della Psiche, non è difficile comprendere le ferite e le rughe del cuore, che la vita deposita sulle nostre esistenze.

Da quando ho letto questi racconti mi capita di desiderare a volte qui accanto a me, nel mio studio, l’autrice, per condividere con lei l’analisi delle tante donne che, commettendo un errore culturalmente ancora diffuso, chiedono di sanare quella malattia che non è altro che la dolorosa sofferenza di anime in trasformazione che lottano, inconsapevolmente, per il bene di tutti e che ancora accettano di essere credute pazze.

Silvia Golfera – La follia delle donne. Ibiskos, 2008

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