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Libertà

Vincenzo Zeno Zencovich

La Nuvola Nera: l’inganno del cloud computing

I cittadini della rete vi si affidano senza troppe remore. Consegnando dati personali e poteri assoluti a chi gestisce i servizi

Punto informaticoMarco Calamari

Internet e minori

Codice di Autoregolamentazione Internet e Minori  [Pdf 131 KB]

Universale per chi?

"L’obiettivo del governo e’ fare di Internet da qui al 2011 un diritto universale. Lo ha detto il ministro delle Telecomunicazioni Gentiloni. Deve avvenire ‘come agli inizi del ‘900 il collegamento alla rete idrica, elettrica, postale e poi alla tv…"

ANSA

Lettera aperta alla Redazione di Splinder: sui minori

Spettabile Redazione,

fino al 2005, un cittadino italiano poteva registrarsi su Splinder se aveva compiuto 13 anni d’età.
Oggi, invece, nelle “Condizioni generali di utilizzo del sito e dei servizi Splinder’’ si legge:
‘’Chiunque intenda registrarsi si obbliga a garantire di essere maggiore d’età in base alla giurisdizione del suo Stato’’
Per l’Italia, quindi, 18 anni.
Dichiaro subito di non poter condividere la modifica introdotta, poiché esclude i minori dall’utilizzo dei servizi, introduce una nuova problematica sui diritti e, a mio parere, un’incrinatura nella politica di Splinder, che è stata la prima piattaforma italiana ad ospitare la sperimentazione didattica col blog.
Mentre il mondo sta percorrendo un cammino, che dovrebbe condurre al riconoscimento dell’universalità del diritto di accesso alla Rete, perché Splinder decide di escludere i minori dai suoi servizi?
I Bambini e gli adolescenti hanno dei diritti, che sono espressi nella Convenzione dei Diritti dell’infanzia (1989).
La normativa prevede diritti e libertà attribuiti anche agli adulti (diritti civili, politici, sociali, economici, culturali) e in particolare, per quello che ci riguarda:

Art. 13
Il fanciullo ha diritto alla libertà di espressione. Questo diritto comprende la libertà di ricercare, di ricevere e di divulgare informazioni e idee di ogni specie, indipendentemente dalle frontiere, sotto forma orale, scritta, stampata o artistica, o con ogni altro mezzo a scelta del fanciullo.’’.

Sono portata a credere che sia compito degli operatori e degli abitanti della Rete mettere in gioco tutte le risorse necessarie a far sì che la societa’ digitale diventi uno spazio dove i bambini possono avere piena cittadinanza.
Sui media tradizionali, troppe volte la parola bambino è legata a termini come abusi, pedo-pornografia ecc., mi piacerebbe per una volta, almeno in rete, vedere la parola bambino associata alla parola ‘’responsabilità’’.
 
Chiedo alla Redazione di Splinder di rivedere le condizioni generali di utilizzo del sito.

Lettera inviata
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