di Ghismunda
“La Patria vera è una comunione di liberi ed eguali, affratellati in concordia di lavori verso un unico fine. Voi dovete farla e mantenerla tale. La Patria non è un aggregato, è una associazione. Non v’è dunque veramente Patria senza un Diritto uniforme. Non v’è Patria dove l’uniformità di quel Diritto è violata dall’esistenza di caste, di privilegi, d’ineguaglianze, dove l’attività di una porzione delle forze e facoltà individuali è cancellata o assopita, dove non è principio comune accettato, riconosciuto, sviluppato da tutti: v’è non Nazione, non popolo, ma moltitudine, agglomerazione fortuita d’uomini che le circostanze riunirono, che circostanze diverse separeranno… La Patria non è un territorio; il territorio non è che la base. La Patria vera è l’idea che sorge su quello; è il pensiero d’amore, il senso di comunione che stringe in uno tutti i figli di quel territorio. Finché uno solo tra i vostri fratelli non è rappresentato dal proprio voto nello sviluppo della vita nazionale, finché uno solo vegeta ineducato fra gli educati, finché un solo, capace e voglioso di lavoro, langue, per mancanza di lavoro, nella miseria, voi non avrete la Patria come dovreste averla, la Patria di tutti, la patria per tutti“. (G. Mazzini, Scritti politici)
E infatti, caro, inattuale Mazzini (chi lo legge più?), l’Italia non è una Patria. Non può esserlo il paese del lodo Alfano, delle ampolline del dio Po, delle miss a tutte l’ore, dei maestri “tagliati” e vilipesi, degli “sporchi negri” ammazzati, dei caduti nel lavoro, dei senza-lavoro, dei tanti e tanti privi di rappresentanza in Parlamento. No, la Patria non c’è: al suo posto, anguste patrie di egoismo, minuscole roccaforti di sicurezza, gretti municipalismi esasperati. Divisi da un muro, una strada. Dall’ignoranza. Dall’orto di casa, dal pianerottolo. Gelosi e diffidenti. Impauriti. E soli. Bacchettoni e ipocriti. Insicuri, nelle braccia di Uno. No, questa non è la “mia” Patria. Questa è solo l’Italia.