Recuperare il valore delle proprie risorse

di Vincenzo Vincenzo Andraous
Il carcere può dire qualcosa di importante, può riappropriarsi della sua funzione di salvaguardia della collettività: “ dal carcere ci si può licenziare con merito, oppure rimanere detenuti per ripetizione, ma non si può ripetere  la stessa classe quando si è stati promossi a essere se stessi a pieni voti “.

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Fine pena mai

di Vincenzo Andraous
Si fanno sempre raffronti tra chi entra ed esce dal carcere,  si addita l’uno o l’altro a seconda del temporale politico in atto, discutendo se sia giusto aiutare il detenuto a ravvedersi, fin’anche mortificando il  perdono, sebbene convissuto con reciproca  consapevolezza.

Ergastolo, “fine pena mai”, il dazio da pagare per il male fatto agli altri, una pena che affligge, punisce e separa dalla collettività, che sancisce la fine di un tempo che non passa mai, un tempo che non esiste. Che non ti assolve.

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Tempi duri per la pena di morte

17 settembre 2009
17 settembre 1948
L’inviato dell’Onu Folke Bernadotte è assassinato da terroristi israeliani

Settembre è stato un gran brutto mese per la pena di morte.

E’ iniziato con un potente articolo del New Yorker in cui si racconta la storia di Cameron Todd Willingham che, condannato a morte per l’arson murder (incendio doloso con omicidio) delle sue bambine, si è sempre dichiarato innocente, arrivando a rifiutarsi di scambiare la condanna all’ergastolo con la confessione.

Il Texas lo ha ucciso nel 2004, anche se un famoso chimico aveva dichiarato che l’incendio era stato accidentale, mentre oggi è il rapporto ufficiale di Craig Beyler che lo scagiona completamente affermando che i primi investigatori:

“had poor understandings of fire science and failed to acknowledge or apply the contemporaneous understanding of the limitations of fire indicators.”

A questo rapporto, scritto per la Texas Forensic Science Commission, si è aggiunto l’elefantiaco resoconto sul patetico stato della scienza forense americana inviato all’apposita commissione Senatoriale dal National Research Council della National Academy of Sciences.

Rapporto che non poteva essere più tempestivo.

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”Vignette”

"Vignette" - Tomaso Marcolla. Lupo Editore, 2009
"Vignette" - Tomaso Marcolla. Lupo Editore, 2009

Il libro raccoglie una  selezione di opere digitali dell’artista Tomaso Marcolla realizzate assemblando fotografia e computer grafica.
Con testi di Gianni Sinni e  Anna Cordella

Tomaso Marcolla ci propone le sue “Vignette”, vere e proprie opere d’arte che trasudano maestria e ingegno sin dalla prima immagine. Aprendo il libro ci si rende conto di come ognuna delle scene rappresentate costituiscano dei veri e propri romanzi, poiché ognuna di esse dà lo spunto a didascalie infinite. È così che Marcolla riproduce dei capolavori, vignette di grande impatto, in cui gli argomenti salienti fanno capolino dalle pagine e travolgono il lettore in tutta la loro complessità. Ci troviamo così a contemplare immagini di cronaca passata e presente, e in certi casi anche futura. (Anna Cordella)

I lavori di Tomaso Marcolla sono un coerente esempio di … pratica militante che cerca di dare attuazione ad una delle più ambiziose affermazioni del mestiere: il design può cambiare il mondo.
O almeno può provarci.  (Gianni Sinni)

www.marcolla.it

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Mafia: un’estate molto calda, tra polemiche, memorie e appelli

di Alessio Di Florio

E’ stata un’estate molto calda sul fronte della memoria delle vittime della mafia. L’anniversario che ha scatenato più polemiche è certamente stato quello della strage di via D’Amelio, dove rimase ucciso Paolo Borsellino, insieme con la sua scorta. Le dichiarazioni di Riina e di Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo condannato per mafia Vito, sono state per giorni al centro dell’attenzione mediatica. Riina ha accusato apparati dello Stato di essere i mandanti della strage, della quale lui sarebbe innocente. Massimo Ciancimino è tornato a parlare di trattative tra Stato e mafia a ridosso dell’estate 1992.

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