Bassolino e il dovere di andarsene

di Rita Guma*

Antonio Bassolino, alla decisione della Procura di indagarlo per presunti reati commessi nel corso del suo mandato di commissario per l’emergenza rifiuti, tra il 2001 e il 2004, e di fronte alle attese dei colleghi di coalizione e dell’opinione pubblica su una sua scelta di lasciare l’incarico, ha risposto con un supposto “dovere” di restare al suo posto per dare il suo contributo al commissario per l’emergenza Gianni De Gennaro.

Ci si chiede innanzitutto come possa – dopo essere stato egli stesso commissario straordinario per l’emergenza rifiuti per tanti anni senza cavare un ragno dal buco – affermare l’utilità di un suo ‘aiuto’ a De Gennaro. Inoltre – al di là dell’inchiesta giudiziaria, è’ la stessa relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti in Campania approvata a dicembre 2007 a gettare una luce sinistra sulla gestione commissariale in questi anni.

In essa infatti si afferma, con esclusione delle ultime due gestioni, un “giudizio incondizionatamente negativo sull’apparato commissariale, le cui inefficienze strutturali si sono rivelate, lungo questi anni, di entità tale da pregiudicarne, in modo irreversibile, operativita’ ed efficacia. La struttura del Commissariato, infatti – dicono i parlamentari – ha finito sovente con il dirottare parti consistenti delle risorse per la propria auto-sussistenza, assumendo sempre più l’aspetto di un orpello inutile e dannoso”.

“La storia del Commissariamento, inoltre, – prosegue la relazione – ha registrato numerose ed allarmanti vicende criminose che hanno visto come protagonisti rappresentanti anche apicali dell’apparato burocratico commissariale, tanto da contribuire a radicare nei cittadini campani una percezione di sostanziale inaffidabilità, se non proprio di collusione con la criminalità di impresa e di tipo mafioso, delle istituzioni preposte alla soluzione dell’emergenza-rifiuti”.

Quindi a Bassolino, che parla di una presunta “necessità politica di andare avanti”, rispondiamo che è stata proprio la politica – cioè il parlamento guidato da una maggioranza di centrosinistra – a fargli capire che la vera necessità per lui sarebbe quella, piuttosto, di fermarsi.

*presidente nazionale
Osservatorio sulla legalita’ e sui diritti onlus

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