Dottori

di Ettore Masina

Era un mondo di analfabeti il cui linguaggio risultava quasi incomprensibile ai dotti, così come alla plebe incomprensibile (e minaccioso) sembrava l’eloquio dei Signori. Ignoranza e superstizione dominavano le popolazioni, stringevano in una morsa di paura gli abitanti di un’Europa devastata da guerre senza fine e a cui sembrava di avvertire da lontano il galoppo dei cavalli dell’Orda d’Oro. Le eclissi di sole o di luna, le comete, i terremoti, le nascite di animali deformi nelle stalle o nei pollai, le epilessie, la lebbra seminavano nei villaggi  un terrore che si univa a quello che fermentava nell’oscurità delle notti, in cui le streghe  celebravano orge con diavoli dalle terga caudate. Dio mandava carestie e alluvioni per punire peccati che la gente non sapeva di avere commesso. Spaventose epidemie falcidiavano le popolazioni, ma anche quando le catastrofi non azzannavano l’intera umanità, la grandissima maggioranza della gente moriva senza che mai un medico si fosse chinato sui suoi affanni.

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