"l’uso degli strumenti del web 2.0 all’università, come viene visto dalla gerarchia accademica? Si pongono problemi politici quando gli studenti, invece di usare gli strumenti messi a disposizione dall’università, spesso un LMS, usano propri blog o wiki,? quando invece di limitarsi a studiare la bibliografia ufficiale ricercano informazioni su Google? Quando invece di stare ad ascoltare i professori, si confrontano con colleghi?"
in Come cambia il potere nella scuola con web 2.0 (1) di Gianni Marconato
Rispondo alla domanda utilizzando le parole di Pierre Lévy che prima e meglio di me si e’ espresso in proposito:
"Le forze di creazione e conservazione della vita sociale sono buone in tutta la varieta’ delle loro manifestazioni. Se il giusto impedisce la distruzione, e’ perche’ il bene si trova dalla parte dell’essere , e ancora di piu’ dalla capacita’ dell’essere: della potenza e forse ancora più dalla parte dell’accrescimento della potenza, sia essa fisica, morale intellettuale, sensibile o altro. Sara’ considerato buono tutto cio’ che arricchisce gli esseri umani, prima di tutto moralmente: dignita’, riconoscenza, capacita’ comunicativa e intelligenza collettiva. I giusti promuovono la potenza. Simmetricamente, verranno considerate negative le forze che impoveriscono gli esseri umani e, al limite, li distruggono: l’umiliazione, l’avvilimento, la separazione, l’isolamento. Se la potenza e’ buona, il potere invece e’ negativo, perche’ si misura in base alla sua capacita’ di limitare la potenza e al suo potenziale distruttivo. Il potere fa paura. Il potere crea rumore, impedendo al collettivo numeroso di comunicare al proprio interno. Si instaura e si mantiene solo impoverendo attorno a se’ le qualita’ dell’essere. I giusti si tengono lontani dal potere.
L’intelligenza collettiva. Feltrinelli, 2002. pag. 47
Perche’ mai uno studente dovrebbe limitarsi a studiare la bibliografia ufficiale?