strage di Bologna

Bologna 2022

“C’è una misura nelle cose; vi sono precisi confini, oltre i quali e prima dei quali non può sussistere il giusto.”

Orazio Flacco

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Ero in un bar quella mattina

Bologna_2Ero in un bar quella mattina, quando la radio trasmise la notizia dell’esplosione di una caldaia alla stazione di Bologna e dell’enorme quantita’ di morti e feriti.
Non ho creduto nemmeno per un momento a quella versione sulla causa dell’esplosione, ma dentro di me speravo, perche’ solo una disgrazia poteva rendermi accettabile quell’orrore.
Sull’Adria Express, il treno dalle carrozze squarciate, fermo al primo binario, dovevano esserci due amiche, in viaggio per le loro vacanze, ma il caso ha voluto che non prendessero quel treno.
I minuti e le ore passavano e all’angoscia collettiva si aggiungeva la mia personale, ma, forse, era cosi’ per tutti, poiche’ chiunque quel giorno e a quell’ora poteva avere un amico, un parente, una persona cara di passaggio alla stazione di Bologna.
Il tempo passava ed io mi chiedevo, quando si sarebbero decisi a dire la verita’ .
Oggi sto ancora aspettando. Stiamo ancora aspettando.
Dopo ventitre’ anni, nessuno sa rispondere al perche’ di quella strage. Perche’ Bologna? Perche’ la stazione?
Non so dare nessuna risposta, ma mi sento di dire che, dal 2 agosto 1980, l’Italia non e’ piu’ la stessa. Qualunque fosse l’obiettivo degli autori della strage, temo sia stato raggiunto.

Pubblicato il 4 agosto 2003 in L’Italia non dimentica: 2 agosto 1980

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2 agosto 2010

COMUNICAZIONE LETTA DAL PRESIDENTE PAOLO BOLOGNESI A NOME DELL’ASSOCIAZIONE TRA I FAMILIARI DELLE VITTIME DELLA STRAGE ALLA STAZIONE DI BOLOGNA DEL 2 AGOSTO 1980

30 anni fa, alle 10,25, chi collocò in questa stazione una bomba voleva un massacro e lo ottenne.

Le scene strazianti che si presentarono ai soccorritori sono ancora oggi negli occhi e nel cuore di ciascuno di noi: corpi martoriati, grida di aiuto, polvere, sangue, calcinacci e, su tutto, l’odore acre della polvere da sparo, mentre già c’era chi si adoperava per accreditare l’ipotesi dello scoppio accidentale di una caldaia.

Ancora una strage, ancora persone innocenti massacrate.

Ancora a Bologna, nuovamente colpita, ma pronta a rialzarsi.

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2 agosto 2009

Discorso di Paolo Bolognesi in occasione del 29° anniversario della strage di Bologna

29 anni fa, in questa stazione, fu perpetrato un orrendo crimine: una bomba collocata da terroristi fascisti causò 85 morti e 200 feriti.

I presenti si trovarono immersi in un gran polverone che non permetteva di vedere nulla, poi abbassatasi la polvere, ai loro occhi, apparve, in tutta la sua gravità, lo scempio prodotto.

Solo la volontà  e l’abnegazione dei soccorritori limitarono la tragedia che, pure, fu tanto grave ed enorme. Fu grazie a loro, se molte vite umane furono salvate quel giorno.

Mentre la città  tutta si profondeva negli aiuti alle vittime, c’era chi, ai vertici della sicurezza, operava per nascondere prove o inventare piste che poi verranno a distanza di anni riproposte come nuove.

Anni di indagini e processi meticolosi hanno permesso di individuare, in parte, chi usò la violenza e la crudeltà, esseri umani che hanno concepito e voluto quella carneficina.

I loro nomi sono: Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, capi dei Nuclei Armati Rivoluzionari e il loro sodale Luigi Ciavardini

Poi vi sono coloro che hanno operato per nascondere la verità ed impedire ai magistrati che gli esecutori fossero scoperti, tutti distintisi nel tentativo di allontanare gli inquirenti dalla matrice dell’attentato; essi sono il Gran maestro della Loggia massonica P2 Licio Gelli, il faccendiere Francesco Pazienza, il generale Musumeci e il colonnello Belmonte al vertice del SISMI (Servizio Segreto Militare)

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