pena di morte
Tempi duri per la pena di morte
17 settembre 2009
17 settembre 1948
L’inviato dell’Onu Folke Bernadotte è assassinato da terroristi israeliani
Settembre è stato un gran brutto mese per la pena di morte.
E’ iniziato con un potente articolo del New Yorker in cui si racconta la storia di Cameron Todd Willingham che, condannato a morte per l’arson murder (incendio doloso con omicidio) delle sue bambine, si è sempre dichiarato innocente, arrivando a rifiutarsi di scambiare la condanna all’ergastolo con la confessione.
Il Texas lo ha ucciso nel 2004, anche se un famoso chimico aveva dichiarato che l’incendio era stato accidentale, mentre oggi è il rapporto ufficiale di Craig Beyler che lo scagiona completamente affermando che i primi investigatori:
“had poor understandings of fire science and failed to acknowledge or apply the contemporaneous understanding of the limitations of fire indicators.”
A questo rapporto, scritto per la Texas Forensic Science Commission, si è aggiunto l’elefantiaco resoconto sul patetico stato della scienza forense americana inviato all’apposita commissione Senatoriale dal National Research Council della National Academy of Sciences.
Rapporto che non poteva essere più tempestivo.
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Breve storia dell’abolizione della pena di morte in Italia
di Claudio Giusti
Quinta edizione – 30 aprile 2009
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In Re Swearingen
Forlì, 9 febbraio 2009
Viva la Repubblica Romana!
Larry Swearingen potrebbe essere innocente, ma per salvarsi deve dimostrare che Melissa Trotter, la donna per il cui omicidio è finito nel braccio, non è stata uccisa l’otto dicembre 1998, giorno della sua scomparsa, ma dopo il 10, poiché lui (come Alan Gell anni fa) avrebbe un alibi di ferro: era in prigione.
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