Lettura

Novelle dal precariato in fiamme

Dalla quarta di copertina

Dodici storie, dodici vite, dodici volti capaci di raccontare le forme sfuggenti del precariato di oggi, un tempo di transizione, di incertezza, di attesa, fra il già e il non ancora.
I protagonisti, di differenti provenienze ed età, si muovono in un universo lavorativo incerto, spesso alla ricerca di un riscatto biografico e identitario, sempre in bilico tra la speranza del successo e la paura del disastro. Le Novelle dal precariato in fiamme nascono tutte nel cuore di Milano, dentro l’architettura urbanistica con le sue suggestioni e le sue miserie. Una metropoli in continua trasformazione, che accoglie e insieme affonda. Dietro le dodici storie, come un’eco, la grande creazione poetica dell’Apocalisse, con i quattro cavalieri che segnano i passaggi trasformativi, fino alla rimozione dei veli oscuranti, fino alla rivelazione.

Gianni GiovannelliNovelle dal precariato in fiamme, Mimesis Edizioni, 2024.

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Amleto ’44

Recensione di Federico Camia*

Con Alberto Piazzi, mi legano, pur senza conoscerci alcune cose che sono il sale di una vita passata nel sogno di ideali di giustizia ed uguaglianza. Abbiamo pressappoco la stessa età, siamo figli della stessa terra. Di quella bassa pianura dove il sole batte forte e le nebbie avvolgono i filari dei gelsi.
Come lui sono stato emigrante. E sono amante di libri e scrittura.
Leggendo “Amleto 44”, l’autore ci tramanda tutta la sua competenza di ricercatore dei fatti reali di avvenimenti accaduti negli anni della guerra di resistenza, riuscendo a dare loro continuità nel tempo con la fantasia e l’arguzia dello scrittore.
Partendo dalla storia del protagonista, da un amore giovanile e complicato, il libro è un susseguirsi di avvenimenti che portano il lettore a seguire pagina dopo pagina. I protagonisti di questo libro sono gli stessi che abbiamo sentito raccontare tante volte dai vecchi partigiani che con audaci azioni di guerriglia hanno permesso di dare il via ai giorni della liberazione nazionale.
La clandestinità di Aurelio, alias don Gianfranco, ci trasmette tutta la grande forza d’animo con cui si doveva vivere o sopravvivere negli anni di occupazione nazifascista. Sullo sfondo, una Sesto San Giovanni operaia e volitiva, un baluardo contro l’ingerenza degli invasori.
E poi, come dicevo, al centro della storia che Piazzi racconta ci sono le donne, i giovani, gli operai in particolare, ma pure le stesse famiglie che nonostante le feroci rappresaglie hanno continuato a resistere e contribuire alla rinascita, negli anni a venire, del nostro paese. I tradimenti feroci, quelli difficili da accettare così come le coscienze che si ribellano davanti a avvenimenti troppo personali ma che riguardano a ben vedere tutta la collettività riempiono le vite delle persone nel susseguirsi dei lunghi, lunghissimi mesi della lotta di liberazione, dove ognuno cercava di portare un suo piccolo contributo ma indispensabile affinché il sogno continuasse a vivere seppure di una piccola fiammella.
E rimbalzano i rastrellamenti, i rifugi antiaerei e i bombardamenti dell’aviazione alleata che a causa di grossolani errori saprà radere al suolo quello che i nemici ancora non avevano distrutto. Fino a distruggere la vita stessa della donna amata e di quel figlio che non aveva mai conosciuto.
Poi la fine della guerra, la vita che riprende il suo corso. Una nuova vita con un nuovo amore che sarà il perno per poter ricominciare senza dimenticare.

AlbertoPiazzi Amleto ’44, Robin Edizioni, 2023.

*Federico Camia, segretario della sezione ANPI di Pontenure

La foto è di Alberto Piazzi

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NB – Nota Breve

di Dino Silvestroni

Eraldo Baldini sa bene che una “storia è una storia” per questo racconta la sua. Inizia coi ricordi dei personaggi, sapendo bene che il ricordo spesso crea vuoti e ombre. Nello scorrere delle pagine il lettore è accompagnato in un continuo confronto e distacco fra “ricordo” e “memoria” per poi ricomporre questo gioco in una lettura capace di cancellare “quelle lunghe ombre fredde”. Questa è la storia di Eraldo Baldini.

Grazie per la bella lettura.

Eraldo Baldini – Le lunghe ombre fredde. Rizzoli. Milano, 2024.

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Conflitto Israele-Palestina, per un federalismo dal basso.

Recensione di “Gaza” di Gad Lerner

di Sergio Sinigaglia

Gad Lerner ha pubblicato “Gaza”, un testo da leggere, dove affronta i nodi cruciali di una vicenda secolare.
La nuova fase del conflitto israelo-palestinese creatosi a partire dal pogrom di Hamas del 7 ottobre, il sequestro di circa 250 civili e la risposta criminale del governo Netanyahu ha provocato reazioni diverse e contrastanti anche all’interno del mondo ebraico che vive fuori da Israele.

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ISOLE BIOGRAFICHE

di Sergio Tardetti

Se non fosse per l’evidente scarto temporale che li separa, si direbbe che Marc Chagall abbia tratto ispirazione dalle poesie di Antonella Coletti per dipingere i suoi quadri. Entrare in questo libro è quasi voler smarrire le nozioni di tempo e di spazio, per assumere quelle di eternità e di infinito. Quella che traspare dai versi è la stessa atmosfera visionaria di fissità instabile e onirica che si ammira nei dipinti di Chagall. È la compiuta soddisfazione di un desiderio travolgente quella che propone la raccolta “Isole biografiche”, il desiderio di evadere da questa dimensione, nella quale ci sentiamo costretti e prigionieri, per immergerci in quella immaginata dall’autrice, che, avvertendo tutta la freddezza di questo mondo, cerca in qualche modo di allontanarsene, fosse pure per il tempo di una poesia. La scrittura sembra avvolgere il lettore in un abbraccio caldo, accarezzarlo quasi a volerlo consolare delle tristezze e delle miserie di una realtà che, spesso, non dà scampo né offre vie di fuga a chi, invece, vorrebbe immergersi profondamente nel sogno, per ritrovare la serenità smarrita della propria anima.
Le parole riversate sulla pagina ci lasciano temporaneamente sospesi tra la fantasia e la realtà, una realtà trasfigurata, rappresentata con termini che riusciamo a visualizzare attraverso immagini dai caldi colori pastello. A tutto questo si accompagna sinesteticamente l’armoniosa musicalità dei versi, realizzata mediante la sonorità attenta e accurata di parole opportunamente accostate ad altre, per amplificarne il potere di suggestione. Ci sentiamo, così, travolti in una danza che vorremmo non avesse più fine, neppure quando, all’ultimo verso, all’ultima parola, la musica si attenua e infine tace. Ma il ricordo di quelle emozioni, suscitate dalla lettura, perdura in noi per un tempo indefinito, risultato di una perfetta sintesi di forma e contenuto, realizzata con versi liberati da schemi metrici tradizionali, che obbediscono solamente alla musicalità interiore dell’autrice.
Quando un’autrice non pubblica più da tempo – ma certamente continua a scrivere, perché scrivere, per chi ama farlo, è una potente tentazione (la tentazione di esistere, direbbe Cioran) – la sua assenza si avverte fortemente, sotto forma di un vuoto che deve essere decisamente colmato. La sua poesia si fa necessaria, come terapia contro i malesseri e i malumori dell’esistenza. Dei versi di Antonella Coletti, pur condivisi di tanto in tanto da lei nella sua bacheca Facebook, si avverte fortemente la mancanza e si fa più sentita la necessità di una raccolta organica e organizzata. Sarà magari un semplice effetto placebo quello che se ne ricava, più che un farmaco contro la malinconia e l’inerzia dell’esistenza, ma la consolazione che avvertiamo leggendoli vale la pena di più di un tentativo di sollecito appello al suo ritorno a pubblicare.

© Sergio Tardetti 2024

Antonella Coletti – Isole biografiche. Bertoni editore, 2019

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