2017

MA QUESTO È UN LIBRO?

MA QUESTO È UN LIBRO?
Mostra a cura di Mara Sorrentino, Gabriele Pezzi e Dino Silvestroni
Biblioteca Classense – Corridoio grande

23 settembre – 19 novembre 2017
inaugurazione sabato 23 settembre Sala Muratori alle ore 17:00

Catalogo a cura di Mara Sorrentino, con testi di Maurizio Tarantino, Ada De Pirro, Paolo Albani,
Dino Silvestroni e Mara Sorrentino, edito dalla Biblioteca Classense in 80 esemplari numerati e firmati,
di cui 25 con una tavola originale intitolata Il busto della busta del poeta, dedicata a 25 poeti diversi:

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Little Boy

Bomba_atomicaClaude Eatherly è stato uno dei migliori aviatori degli Stati Uniti.  Per le sue elevate capacita’ prese parte alla missione che sgancio’ la bomba atomica Little Boy su Hiroshima il 6 agosto 1945.
Alla fine della seconda guerra mondiale chiese di essere congedato. La missione l’aveva cambiato, era nervoso, irritabile e di notte aveva gli incubi. La famiglia lo convinse a farsi ricoverare in un ospedale psichiatrico. Mentre era ricoverato inizio’ una corrispondenza con Gunther Anders, filosofo che lo aiuto’ a riconciliarsi con Hiroshima e il suo passato.
Quella che vi propongo è la prima lettera che Günther Anders scrisse a Claude Eatherly.

Prima lettera di  Günther Anders a Claude Eatherly [pdf]

già pubblicato in ludus litterarius il 10 aprile 2009

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Ero in un bar quella mattina

Bologna_2Ero in un bar quella mattina, quando la radio trasmise la notizia dell’esplosione di una caldaia alla stazione di Bologna e dell’enorme quantita’ di morti e feriti.
Non ho creduto nemmeno per un momento a quella versione sulla causa dell’esplosione, ma dentro di me speravo, perche’ solo una disgrazia poteva rendermi accettabile quell’orrore.
Sull’Adria Express, il treno dalle carrozze squarciate, fermo al primo binario, dovevano esserci due amiche, in viaggio per le loro vacanze, ma il caso ha voluto che non prendessero quel treno.
I minuti e le ore passavano e all’angoscia collettiva si aggiungeva la mia personale, ma, forse, era cosi’ per tutti, poiche’ chiunque quel giorno e a quell’ora poteva avere un amico, un parente, una persona cara di passaggio alla stazione di Bologna.
Il tempo passava ed io mi chiedevo, quando si sarebbero decisi a dire la verita’ .
Oggi sto ancora aspettando. Stiamo ancora aspettando.
Dopo ventitre’ anni, nessuno sa rispondere al perche’ di quella strage. Perche’ Bologna? Perche’ la stazione?
Non so dare nessuna risposta, ma mi sento di dire che, dal 2 agosto 1980, l’Italia non e’ piu’ la stessa. Qualunque fosse l’obiettivo degli autori della strage, temo sia stato raggiunto.

Pubblicato il 4 agosto 2003 in L’Italia non dimentica: 2 agosto 1980

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