A proposito di laicita’

La “sana laicità”, così com’è intesa dalla Chiesa cattolica fin dai tempi di Pio IX, è indubbiamente la caratteristica di coloro che sono disposti a obbedire incondizionatamente ai precetti, in parte tutt’altro che immutabili, di quel “magistero” religioso. Chiunque critichi questo o quell’aspetto di tale “insegnamento”, chiunque osi svelare senza ‘cautele’ scomode realtà della storia della Chiesa, chiunque denunci le pesanti e continue ingerenze della gerarchia cattolica nella sfera politica, chiunque rifiuti il manto fondamentalista con cui si vogliono soffocare diritti e libertà individuali viene bollato con generose e spesso violente accuse di “laicismo”, “relativismo”, “anticlericalismo ottocentesco” et similia.

La gravità di questa situazione, spumeggiante di censure in ogni ambito e caratterizzata anche da interessata obbedienza da parte di tanti politici di destra e di sinistra, è sotto gli occhi di tutti, ma non sono pochi in ambito laico coloro che si votano al silenzio, lasciando così sempre più spazio alla volontà di controllo della Chiesa. D’altra parte non si può fare a meno di notare che talune proteste contro quell’agire del Vaticano si esprimono con atteggiamenti futili, controproducenti, scioccamente dissacratori. Non si giunge da nessuna parte dipingendo il papa in mutande o mostrando ‘provocatoriamente’ le natiche in pubblico. L’opposizione che conta è la denuncia seria, instancabile, coraggiosa e intelligente. Qualsiasi potere ha sempre avuto paura delle “idee pericolose” (come le definiva Oscar Wilde), della totale ed efficace libertà espressiva, delle persone che non si lasciano né condizionare né intimorire. E uno dei veicoli di quelle idee sono i ‘buoni’ libri, i testi che fanno pensare, che alimentano i dubbi, che rompono le botti (per dirla alla Lee Master) in cui i poteri ci vorrebbero rinchiusi.
Occorre spendersi, pertanto, per difendere e diffondere questi libri.

Gabriella Cucca e Benito La Mantia

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