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Dal linciaggio alla pena di morte. Appunti per una conferenza

Faenza 8 ottobre 2010

Gli alberi del Sud danno uno strano frutto
C’è sangue sulle foglie e c’è sangue sulle radici
Corpi neri dondolano spinti dalla brezza
A. Meeropol   “Strange Fruits”

1 Il linciaggio come normale pratica giudiziaria

Nei cento anni che seguirono la fine della Guerra Civile il linciaggio fu una pratica giudiziaria normale, popolare, democraticamente accettata e attuata.
Alle 20-22.000 esecuzioni legali (dal 1608) dobbiamo aggiungere 10.000 linciaggi. In grandissima parte effettuati nel Sud fra il 1865 e il 1965 e con i tre quarti delle vittime nere.  (1)
Il linciaggio era raro prima della Guerra di Secessione. Allora i neri erano proprietà di un bianco e questa proprietà non era distrutta a cuor leggero. Dopo la sconfitta della Confederazione questo divenne il modo per terrorizzare gli ex schiavi e distruggere i loro diritti.
La vittima era spesso prelevata dal carcere e verdetto e sentenza erano anticipati dal lynch mob. In altri casi la vittima era già stata condannata e la folla si sostituiva al boia. Altre volte furono linciate persone dichiarate non colpevoli, come gli italiani “mafiosi” a New Orleans, o graziate come Leo Frank.
Se la vittima era fortunata l’impiccavano e la finivano a fucilate. Più spesso il disgraziato era ferocemente torturato, amputato e lentamente bruciato vivo. Infine il cadavere era appeso, così che tutti si potessero fare una foto. Il  linciaggio era preannunciato dai giornali e si organizzavano treni speciali. Ad esso partecipavano folle enormi, vestite a festa per l’evento. I linciatori erano tanto certi di non pagare le conseguenze del loro delitto da farsi fotografare sorridenti con il cadavere sullo sfondo. Così certi dell’impunità da spedire agli amici queste foto a mo’ di cartolina illustrata.
In alcune occasioni i linciaggi degenerarono in massacri di afro-americani con centinaia di vittime, come a Tulsa (Oklahoma) nel 1921. Altre volte erano atti di guerra che il partito democratico compiva contro i neri e i loro alleati repubblicani. Tali furono i “Wilmington race riots” (Nord Carolina) del 10 novembre 1898, quando la cittadina fu assaltata da migliaia di bianchi democratici.
La pratica del linciaggio diminuisce mano a mano che crescono le esecuzioni “legali”. Alla violenza popolare si sostituisce quella mediata dallo stato, ma il risultato è lo stesso. Non per nulla i neri usano il temine “legal lynching” per indicare la pena capitale. I dati ufficiali su questo linciaggio legale esistono solo dal 1930 e  i neri sono il 50% dei quasi 4.000 “giustiziati” dal 1930 al 1967.
Dal 1972 la nuova pena di morte americana ci racconta molto di più.

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American Gulag

11 maggio 2009

La crescita dell’universo concentrazionario americano prosegue inarrestabile.
Ogni settimana 1.000 detenuti si aggiungono a quello che è il più grande esperimento di imprigionamento di massa dai tempi di Stalin.
Un milione e seicentomila carcerati riempiono le prigioni statali e federali (trent’anni fa erano duecentomila), ottocentomila quelle locali (cinquecentomila sono in attesa di giudizio), con in più centomila minorenni nei riformatori (30.000 sono i minori nelle carceri per adulti) [BJS – Sourcebook]

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Ong chiedono alla Commissione europea di chiarire la propria posizione sulle politiche italiane relative ai rom

Comunicato stampa

La EU Roma Policy Coalition (Erpc), una coalizione informale di organizzazioni non governative che si occupano in ambito europeo di diritti umani, antidiscriminazione, antirazzismo, inclusione sociale e diritti dei rom e dei travellers, ha affermato oggi che la posizione della Commissione europea sulle recenti politiche italiane relative ai rom necessita di essere chiarita.
L’Erpc si e’ dichiarata preoccupata per i commenti resi dal portavoce del commissario Barrot, che ad oggi rappresentano l’unica risposta pubblica al rapporto inviato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni alla Commissione
europea.
Secondo l’Erpc, la Commissione europea pare aver assunto la piu’ limitata delle posizioni, accettando una versione ‘soft’ delle misure inizialmente attuate dal governo italiano, misure che sono state duramente criticate in quanto discriminatorie e contrarie ai diritti umani da parte del Consiglio d’Europa, della societa’ civile e della stessa Commissione europea.
L’Erpc teme che questo approccio mandi un segnale pericoloso, specialmente in Italia dove la retorica e gli atti ostili ai rom hanno gia’ raggiunto livelli inaccettabili, come gli incendi di campi da parte di gruppi di facinorosi. Questa realta’ pare assente dall’attuale interpretazione della Commissione europea, secondo la quale il censimento delle comunita’ rom e’ accettabile come soluzione estrema, sebbene un censimento effettuato su base etnica sia evidentemente una pratica discriminatoria.
In nome della trasparenza, e’ nell’interesse della Commissione europea fornire una spiegazione adeguata sulle proprie conclusioni e rendere pubblica tutta la documentazione pertinente.
Mentre la Commissione europea si prepara a ospitare un summit che dovrebbe affrontare il tema dell’esclusione dei rom in Europa, e’ indispensabile che non vi siano malintesi sulla sua posizione riguardante i diritti fondamentali dei rom che vivono in Europa.
Pertanto, l’Erpc chiede alla Commissione europea di: rendere interamente pubblico il rapporto del ministro Maroni e le note esplicative su cui ha basato il proprio giudizio; chiarire se la risposta a tale rapporto implica un ‘via libera’ alle azioni e alle misure in fase di attuazione, tra cui gli sgomberi forzati e le affermazioni degradanti o razziste di
autorita’ pubbliche; infine, affrontare le  questioni relative ai rom dal punto di vista delle politiche d’inclusione sociale e non da quello delle preoccupazioni per la sicurezza.

Brussels, 9 settembre 2008

Fanno parte dell’EU Roma Policy Coalition (Erpc): Amnesty International, European Roma Rights Centre, European Roma Information Office, European Network Against Racism, Open Society Institute, Spolu International Foundation, Minority Rights Group International, European Roma Grassroots Organisation, Roma Education Fund e Fundación Secretariado Gitano.

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3° premio ”Augusto Finzi” per tesi di laurea sull’agricoltura biologica

La Fondazione per la Ricerca Scientifica AIAB e la Coop. Soc. Anima Mundi Onlus, in collaborazione con il Comune di Venezia, bandiscono la terza edizione del bando di Laurea Augusto Finzi che prevede l’assegnazione di 3 premi del valore di 800 euro cadauno per tesi di laurea specialistiche che abbiano come tema l´agricoltura biologica in qualsiasi dei suoi aspetti tecniche colturali, valutazione di impatto ambientale, biodiversità, sostenibilità, analisi di mercato, marketing, ecc.

Il premio intende commemorare la figura di Augusto Finzi (1941-2004) che dedicò gran parte della sua vita alla difesa della salute pubblica e alla promozione dell’agricoltura biologica come mezzo per la salvaguardia della salute dell’ambiente e dell’uomo.
Le tesi devono essere state discusse tra il 1 gennaio 2007 e il 29 febbraio 2008. I criteri di valutazione faranno riferimento a:

– importanza del lavoro per lo sviluppo dell’agricoltura biologica in Italia
– qualità tecnico-scientifica e aspetti innovativi del lavoro
– la pubblicazione dei risultati della tesi (pubblicazioni su riviste internazionali faranno titolo di merito)

La premiazione si terrà nell’ambito di una conferenza nazionale sull’agricoltura biologica a Mestre -Venezia il 15 maggio 2008 in occasione del II Congresso Nazionale AIAB. In tale sede i premiati saranno invitati ad esporre brevemente il loro lavoro.

La scadenza per la presentazione della domanda è lunedì 31 marzo 2008

Il bando completo è consultabile nel sito sinab

Altri premi per tesi di laurea

Premio ecologia Laura Conti per tesi ambientali
info:
ecoistituto-italia

Premio consumo sostenibile per tesi di laurea su materie consumeristiche
info: Fondazione I.C.U .

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