Omicidi e armi legali in Italia

di Giorgio Beretta

Fine anno è stato tempo di bilanci anche per la Polizia di Stato. Lo scorso 30 dicembre il capo della Polizia e direttore generale della Pubblica Sicurezza, Lamberto Giannini, in una conferenza stampa ha presentato i risultati dell’attività dell’anno 2022 nel campo della cooperazione internazionale di polizia e l’analisi dei fenomeni criminali in Italia.
I dati, curati dalla Direzione centrale della Polizia criminale (qui il rapporto in .pdf) sono stati illustrati dal direttore centrale della Polizia criminale e vicedirettore della Pubblica Sicurezza, Vittorio Rizzi. Rivelano, nel periodo gennaio-novembre 2022 raffrontato con quello analogo del 2021, un leggero incremento (3%) del dato complessivo dei reati in Italia. “Incremento che non è, comunque, tale da raggiungere i livelli pre-pandemici: i dati relativi ai primi 11 mesi del 2022 si sono, infatti, attestati su valori inferiori a quelli del 2019”, evidenzia il comunicato del Viminale.

Lieve aumento degli omicidi in Italia

Per quanto riguarda il più grave dei reati, vale a dire l’omicidio, dall’inizio dell’anno al 28 dicembre 2022 sono stati registrati 309 omicidi, con 122 vittime donne, di cui 100 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 59 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Analizzando gli omicidi del periodo sopra indicato rispetto a quello analogo dello scorso anno, si nota un aumento del 3% con 11 persone morte in più (si passa da 299 a 309), così come nel numero delle vittime di genere femminile, che da 118 diventano 122 (+3%). Ma va ricordato che il 2021 è stato insieme al 2020 – entrambi segnati da periodi di lockdown e restrizioni pubbliche per la pandemia da Covid 19 – l’anno che ha registrato il numero più basso di omicidi in Italia.
Una diminuzione si rileva, invece, per i delitti commessi in ambito familiare/affettivo, che da 146 scendono a 137 (-6%), flessione che, in tale ambito, attiene anche al numero delle vittime di genere femminile, che passano da 102 a 100 (-2%). Rispetto allo stesso periodo del 2021 risulta in flessione sia il numero di omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 77 scendono a 65 (-16%), sia le relative vittime donne, che passano da 69 a 59 (-14%).
Confrontando il numero degli omicidi per 100.000 abitanti, su 32 Paesi presi in esame, l’Italia con un tasso dello 0,52 di omicidi risulta il paese più sicuro, seconda solo a Norvegia e Svizzera. La Germania ha un tasso di omicidi dello 0,9, il Regno Unito (Inghilterra e Galles) il doppio dell’Italia (1,2) e la Francia più del doppio (1,4).

Omicidi con armi da fuoco

Il rapporto della Polizia criminale non rileva però lo strumento con cui sono stati commessi gli omicidi. Una mancanza rilevante se si considera che il recente rapporto dell’ISTAT sugli “Omicidi in Italia relativo però all’anno 2021 (qui il Report in .pdf) documenta che nel 30,0% dei casi gli omicidi sono stati commessi con armi da fuoco: le armi da fuoco caratterizzano soprattutto gli omicidi che hanno visto come vittima degli uomini (il 35,9% contro 21,0% delle donne). “Dei 38 omicidi, tutti di uomini, per i quali non è stato individuato un responsabile, oltre i tre quarti (76,3%) sono stati commessi con un’arma da fuoco”, sottolinea il rapporto. L’arma da fuoco, legalmente e illegalmente detenuta, risulta cosi il secondo strumento più utilizzato per commettere omicidi: il primo è l’arma da taglio che – evidenzia l’ISTAT – “inevitabilmente è presente nelle case e quindi a portata di chiunque”: con le armi da taglio nel 2021 sono stati compiuti 119 dei 303 omicidi (39,3% del totale) ed è “utilizzata in proporzione maggiore contro le donne (43,7% rispetto a 36,4% delle vittime uomini)”. Il rapporto dell’ISTAT non rileva però il numero di omicidi commessi con armi regolarmente detenute: è una carenza che l’Istituto nazionale di Statistica dovrebbe colmare per permettere un’analisi più accurata dei dati che annualmente fornisce.

Omicidi con armi legalmente detenute

Tornando ai dati relativi agli omicidi nel 2022, la comparazione tra i dati diffusi dalla Polizia criminale e quelli presenti nel database dell’Osservatorio OPAL relativi a gli omicidi con armi legalmente detenute permette di evidenziare alcuni elementi di particolare rilevanza. Innanzitutto emerge che a fronte dei 309 omicidi volontari segnalati per il 2022 dalla Polizia Criminale, l’Osservatorio OPAL riporta 30 omicidi con armi regolarmente detenute: ciò significa che all’incirca un omicidio su dieci (per l’esattezza il 9,7%) è stato commesso con un’arma in regolare possesso da parte dell’autore dell’omicidio o da un suo famigliare.
Un secondo rilievo. I civili che detengono legalmente armi in Italia con un permesso di Polizia (con una licenza di porto d’armi per difesa personale, per “tiro sportivo”, per uso venatorio, come guardia giurata e con un permesso di “nulla osta”) vengono riportati attorno ai 4 milioni: ciò significa che il tasso di omicidi con armi legalmente detenute nel 2022 è stato dello 0,75 su 100mila legali detentori di armi. Un tasso omicidiario di gran lunga superiore alla media nazionale degli omicidi volontari che si attesta a 0,52 su 100mila abitanti. Pur trattandosi di dati non del tutto omogenei (i dati della Polizia rilevano solo gli “omicidi volontari” mentre quelli di OPAL riportano tutti gli omicidi, non solo quelli volontari) costituiscono oggi, in mancanza di un rapporto ufficiale, l’unica fonte per un raffronto.
Come già rilevato negli anni scorsi (si veda qui e qui), è quindi molto probabile che il numero di omicidi volontari commessi con armi regolarmente detenute (30 omicidi) superi anche nel 2022 il numero di omicidi “di tipo mafioso” (ISTAT ne riporta 21 nel 2021) e gli “omicidi a scopo di furto o rapina” (7 nel 2021). In parole semplici, oggi in Italia è maggiore il rischio di essere uccisi da un legale detentore di armi che dalla mafia o da un rapinatore.

Poca trasparenza e vuoti normativi

Come evidenziano varie ricerche – l’arma del delitto, soprattutto nel caso degli omicidi familiari, non rappresenta un mero strumento per eseguire un assassinio, ma costituisce un fattore psicologico di particolare pregnanza nell’ideazione dell’azione delittuosa. «Avere un’arma in casa – riporta un’ampia ricerca del Censis – rappresenta una formidabile tentazione di usarla e molti assassini sono in possesso di regolare licenza».
E’ ormai venuto il momento che le autorità di pubblica sicurezza rendano noti con uno specifico rapporto annuale i dati sul possesso legale di armi in Italia e in particolare sugli omicidi commessi con armi legalmente detenute sia da regolari possessori sia dai loro familiari. Soprattutto vanno colmati al più presto vuoti normativi, lacune amministrative e di zone d’ombra che riguardano le norme che regolamentano l’accesso e la detenzione delle armi comuni nel nostro Paese. Ne ho parlato ampiamente nel mio libro Il Paese delle armi. Falsi miti, zone grigie e lobby nell’Italia armata (Altreconomia Edizioni, ottobre 2022) al quale rimando per approfondimenti.

L’articolo è stato pubblicato su Unimondo il 4 gennaio 2023

1 commento su “Omicidi e armi legali in Italia”

  1. …Percio’ a fronte di 4.000.000 di licenze a vario titolo per armi, a fronte di a questo punto oltre 4.000.000 di armi circolanti, gli omicidi a vario titolo, percio’ oltre i volontari ci sono anche i colposi (incidenti) il numero totale e’ di 30 e che rappresentano meno del 10% degli omicidi. Qualcuno, vedendo questi numeri, puo’ dirmi con certezza, ma certezza assoluta, che se vietiamo le armi la situazione migliora ?

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