IL PIACERE DI (FARSI) LEGGERE

di Sergio Tardetti

Di fronte a un libro un lettore non è mai solo con se stesso. C’è sempre un compagno invisibile che lo affianca, qualcuno con cui stabilire un dialogo, ancorché muto, qualcuno a cui chiedere conferma o smentita del poco che ha intuito della vita fino a quel momento. È lì, davanti a lui, che gli parla con una lingua a volte conosciuta, più spesso nuova, a volte si lascia interrogare, altre volte interroga, finché il monologo iniziale che nasce dalla voce del narratore diventa una conversazione. Ed è proprio così che nascono e fioriscono le amicizie e gli amori, continuano a durare nel tempo fino a dare frutti maturi ogni volta che il lettore riesce ad anticipare il pensiero dell’autore. E non parlo, naturalmente, di un pensiero banale o scontato, ma di qualcosa di originale, scaturito dalla mente di chi scrive e passato a quella di chi legge, perché lo faccia suo e lo usi al meglio. È un po’ quello che accade con gli amici di sempre, ogni volta sappiamo a cosa stanno pensando, tradiscono i loro pensieri attraverso piccoli indizi dai quali è facile ricostruire il tutto per chi ha una conoscenza profonda dell’altro. Così avviene tra lettore e scrittore, quella che un autore del passato chiamava “corrispondenza d’amorosi sensi”, un sentimento che può sorgere tra il lettore e l’autore presente a questo tempo, ma anche tra il lettore e chi di questo tempo ormai non fa più parte. L’autore, a qualunque epoca appartenga, coltiva il piacere di farsi leggere come si coltiva un fiore raro e prezioso che si vuole continuare a far fiorire anche in epoche future.
C’è un momento preciso in cui il lettore diventa protagonista di questa storia, quello in cui decide in merito alla scelta dell’autore e del suo libro. Spesso è amore a prima vista, piace il titolo, accattivante e sorprendente quanto basta per ammaliare, un titolo che dà da pensare o che fa pregustare future evasioni da una routine quotidiana senza sorprese né scossoni, una vita piatta, insomma, una linea continua come l’ EEG di un defunto. Lo stesso può accadere per la copertina, una grafica bene impostata capace di sollecitare l’attenzione dello sguardo aiuta ad essere scelti dal lettore curioso, che ama farsi affascinare da apparizioni improvvise, lampi nel buio che rompono la piatta uniformità di un panorama spesso fin troppo deludente. Ed è così che nascono gli innamoramenti, le folgorazioni sulla via di Damasco, le conversioni nei confronti di temi dei quali fino a quel momento non si era nemmeno voluto sentire parlare. Per il lettore il “non mi piace” è soltanto un’impuntatura temporanea, un’antipatia nata per qualche fortuito accidente – una giornata storta, un affare andato male, un amore non corrisposto – ma che è destinata a dissolversi nel tempo. Sarà sufficiente che le circostanze sfavorevoli cambino di segno – una giornata felice, un affare andato in porto, un sorriso apparso sul volto dell’amata – per cambiare parere anche in merito a certe letture fino a quel momento non particolarmente gradite. La lettura è e resta un piacere che non può che crescere nel tempo.


© Sergio Tardetti 2025

La Foto è di felix_w da Pixabay

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